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Le macchie di Lido Marini

Le macchie di Lido Marini

Lido Marini, amena località balneare sita proprio sul confine tra i comuni di Ugento e Salve, è uno dei luoghi più frequentati delle vacanze estive.

panorama di lido marini

Quasi disabitata nei mesi invernali, si trasforma in una città piena di vita e cosmopolita durante i mesi estivi. Un'edilizia quasi selvaggia ha trasformato questo territorio, sospeso tra il mare e le serre, coperte di macchia mediterranea, dell'immediato entroterra. Una macchia mediterranea che, con fatica, cerca di sopravvivere agli incendi estivi, all'incuria delle amministrazioni e all'inciviltà dell'abusivismo.

In questo ambiente, non esiste nulla di più difficile dell'organizzare un percorso di trekking volto a scoprire, dal punto di vista naturalistico questi luoghi; tuttavia Salvatore Inguscio di Avanguardie è riuscito a trovare la giusta strada per farci scoprire i canaloni carsici che, da Lido Marini ci avrebbero portato, attraverso le colline costiere a Torre Pali, posta tre chilometri più a sud.

I canaloni, tra asfalto e recinti

i canaloni carsici

Purtroppo l'urbanizzazione quasi selvaggia del Salento degli ultimi anni e il continuo ricorso all'asfalto contribuisce alla morte delle ultime oasi di verde rimaste; e così, anche oggi, tra i recinti di abitazioni sorte quasi improvvisamente e le strade che si inerpicano sul crinale roccioso della collina, possiamo goderci il passaggio tra folti cespugli di mirto, olivastro, cisto e corbezzolo. In basso, la costa e il lungo caseggiato di Lido Marini che, assopito, giace vicino al mare, pronto a risvegliarsi per le vacanze estive.

Sorprese tra le macchie

antiche costruzioni

Ma macchie e boschetti di pino d'Aleppo non mancano di nascondere sorprese; oltre agli immancabili furneddhi ed alla pajare -i tipici trulli salentini-, ecco seminascosti e diruti i resti di una vecchia costruzione rurale. Si tratta di due abitazioni adiacenti, racchiuse da un cortile: da una piccola porta nel muro di cinta alto circa due metri, si accede al nucleo abitativo dove, probabilmente, uomini ed animali vivevano a stretto contatto. Alcune mangiatoie ed un focolare posti nella medesima stanza lo testimoniano; ma erano tempi duri ed avere un  tetto sulla propria testa era già tanto!

Torre Pali

torre pali

La Torre dei Pali, che deve il suo nome alla vicina ed omonima masseria, è oggi una graziosa località balneare attraversata dal canale della bonifica cui è delegato il compito di risanare questi luoghi palustri, per anni regno incontrastato della malaria. Il canale e le numerose imbarcazioni da diporto che qui trovano un ottimo riparo, portano alla mente luoghi lontani ben più famosi.

Sulla spiaggia, a pochi metri dalla costa sabbiosa, la sagoma diruta della torre dei Pali. Fu costruita intorno al 1560 per volere di Carlo V, con lo scopo di difendere questi luoghi dalle continue incursioni dei turchi e dei pirati.

La torre ha base circolare e sorge su ciò che era uno scoglio di arenaria al centro della piccola baia. Un tempo ospitava una piccola guarnigione di cavallari che con l'ausilio di alcuni piccoli pezzi d'artiglieria avevano l'arduo compito di difendere queste contrade dai predoni.

antico fortino

All'inizio del secolo il fortilizio era in disuso e la località ospitava una guarnigione della Guardia di Finanza, la cui stazione è ancora visibile a poca distanza dalla torre: un piccolo edificio quadrato dalla base lievemente scarpata.

Poco più a nord la lunga sagoma dell'Isola della Fanciulla. Lo scoglio, raggiungibile a piedi guadando  le acque poco profonde della costa, deve il suo nome ad una cruenta irruzione di pirati che, intorno alla metà del '500, depredarono le masserie della zona portando via anche alcuni abitanti, con l'intenzione di venderli come schiavi. Tra di loro c'era anche una fanciulla che, seviziata dai propri rapitori, fu abbandonata proprio su questo scoglio. Il suo corpo fu ritrovato alcuni giorni dopo da alcuni pescatori che, da allora, chiamarono questo scoglio Isola della Fanciulla.

Documento creato il 18/05/2007 (11:11)
Ultima modifica del 21/03/2011 (15:20)
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Japigia di Paola Beatrice Arcano, Casarano (Lecce)
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