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Antiche testimonianze

Il Salento e le antiche testimonianze

oreste caroppo e il dolmen di corigliano

E' dai tempi del Galateo, al secolo Antonio De Ferraris, che il Salento riserva, a chi lo guarda con attenzione, scoperte e piacevoli sorprese. Ci rendiamo conto che ci vorrebbero più uomini come il Galateo, il De Giorgi o l'Arditi per scoprire la nostra Terra con occhi diversi.

In questi giorni di fine 2005 abbiamo ricevuto delle interessanti informazioni da parte di un amico, Oreste Caroppo, che, emulo degli illustri salentini poc'anzi citati, ci notizia in merito ad un'interessante monumento megalitico, purtroppo in grave pericolo.

Opere in via di estinzione

La continua urbanizzazione del Salento e la costruzione, spesso selvaggia, di strade ed infrastrutture, pone serie ipoteche sulla sopravvivenza stessa di reperti e monumenti spesso trascurabili agli occhi inesperti ma di vitale importanza per la comprensione della nostra storia millenaria.

Oreste ha scoperto due dolmen nella campagna di Corigliano d'Otranto; ad essi ha dato il proprio nome e, dal 1993, sono noti come Caroppo I e Caroppo II; nello stesso hanno ha ritrovato, nella campagna di Melpignano, il Menhir battezzato Chipuru (dal nome della tipica costruzione salentina, il trullo di pietre a secco), alla cui scoperta, purtroppo, non aveva avuto modo di dare il necessario risalto.

Dolmen, menhir e specchie sono i monumenti più antichi presenti nel nostro territorio; non sappiamo chi li ha costruiti, ne quando e perché. Possiamo solo immaginare che abbiamo alcune migliaia di anni e, forse, sono le uniche vestigia degli abitanti salentini precedenti agli Japigi-Messapi.

Ecco le informazioni circa il Menhir Chipuru che abbiamo ricevuto da Oreste Caroppo.

Documento creato il 09/01/2006 (11:19)
Ultima modifica del 07/03/2011 (17:59)

 

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